si finisce sempre per parlare di antiossidanti. Si tratta di sostanze molto importanti che combattono i radicali liberi e, in alcuni casi, svolgono anche funzioni anti-tumorali. Secondo Stefania Ruggeri, ricercatrice del Crea e nutrizionista, frutta e verdura di colore giallo non sempre contengono antiossidanti, come spesso si sente dire. “Questi alimenti sono fonti soprattutto di betacarotene, precursore della vitamina A, importante per la protezione della pelle e della vista”. Aggiunge: “Se vogliamo invece aumentare l’assunzione naturale di composti antiossidanti la soluzione è una salsa di pomodori rossi con cui condire la nostra pasta o preparare una bruschetta. Il licopene infatti è uno dei pochi composti, insieme alla vitamina C e la vitamina E ad avere davvero attività antiossidanti, che nel pomodoro sono moltiplicate se è cotto e se è condito con un po’ di olio che ne favorisce l’assorbimento. Questi sono le ultime evidenze scientifiche”. Se andiamo spesso al mare, quindi, è perfetta un'insalata di pomodori gialli e rossi conditi con un po’ di olio extravergine di oliva.
I pomodori gialli non vengono citati a caso. Semi-sconosciuti fino a poco tempo fa, da qualche tempo si cominciano a vedere sempre più spesso anche nei punti vendita della grande distribuzione. Al Crea-Ora di Monsampolo, in provincia di Ascoli Piceno, se ne coltivano diverse varietà di tutte le sfumature. “La particolarità di questo pomodoro è che contiene una forma diversa di licopene chiamata “cis” - spiega Emidio Sabatini, ricercatore del Crea Ora – che il nostro organismo assorbe meglio a crudo, mentre il licopene del pomodoro rosso viene assimilato meglio previa cottura”. La funzione, comunque, rimane la stessa: contiene sostanze che si ossidano al posto delle cellule e svolge un ruolo importante per prevenire alcune forme di tumore, in particolare quello alla prostata.
Il pomodoro giallo non è un pomodoro semi-acerbo, tantomeno una varietà nata in provetta. Quando arrivò in Europa dall'America Latina nel Sedicesimo secolo era proprio così: giallo. Non a caso fu chiamato in questo modo: era un pomo il cui colore ricordava quello dell'oro. E poi cos'è successo? “Probabilmente, alcune mutazioni naturali hanno dato origine a una pianta con frutti di colore rosso, che gli agricoltori hanno iniziato a selezionare e a seminare sempre più spesso”, fino a soppiantare il progenitore giallo, dice ancora Sabatini. Il giallo però non è mai scomparso del tutto, grazie alle banche del germoplasma e agli istituti di ricerca come il Crea Ora.
Nei campi di Monsampolo i ricercatori stanno lavorando a un altro ortaggio molto particolare: il cavolfiore arancione. “E' ricco di carotenoidi, che si sommano ad altri composti molto importanti a livello nutrizionale come i glucosinolati, ricchi di zolfo e con un'azione antiossidante molto marcata” spiega ancora Sabatini. Il ricercatore racconta come il cavolfiore arancione sia nato per caso, negli anni Settanta, in un campo di cavolfiori bianchi in Canada. Una mutazione casuale che gli scienziati hanno colto al volo per ottenere nuove varietà ancora più salutari. A Monsampolo, ad esempio, si sta lavorando anche su altri tipi di cavolfiore arancione.
Il colore, insomma, è importante. Ma non cene sono alcuni più importanti di altri. “Alternare i colori significa assumere sempre vitamine di gruppi diversi, ma in Italia si mangia così poca frutta e verdura che qualsiasi colore va bene, purché se ne consumi di più” è il parere di Silano, confermato dal consiglio di Ruggeri: “Frutta e verdura gialla vanno benissimo, purché vadano ad arricchire una dieta ricca anche di altri prodotti e di altri colori”.
fonte: http://www.nationalgeographic.it/food/