E dunque, per chi come noi di Aics e la maggior parte dei cittadini europei, è contrario agli Ogm nella filiera alimentare umana, prodotti come il Sun Black rappresentano la corretta interpretazione di progresso attraverso la ricerca, condotta in sicurezza con metodologie di millenaria storia e compatibili con progetti di sostenibilità di lungo periodo.
Ma perché è stato realizzato un pomodoro nero, perché due importanti università hanno impiegato le loro conoscenze e risorse con tale obiettivo? Chiariamo subito un punto, la sola buccia è nera, mentre l’interno è quello classico di un buon pomodoro italiano, quindi rosso!
Il nero testimonia, come ad esempio nei mirtilli e nell’uva nera, la ricchezza di antociani, potentissimi antiossidanti. La scommessa è stata questa: alle caratteristiche nutrizionali del pomodoro aggiungere le capacità antiossidanti delle frutta “a buccia nera”, ma in quantità aumentata. Ma il segreto si cela nella tipologia di vegetale. Il mirtillo, per citare un vegetale a buccia nera, infatti è consumato sporadicamente, mentre il pomodoro è d’uso pressoché quotidiano il che consentirà di assumere queste potentissime sostanze benefiche con continuità e quantità adeguate.
“Aics, attraverso le proprie 131 sedi territoriali, 12000 circoli associati e circa 960.000 soci, prosegue nella promozione di un modello o stile di vita rispettoso dell’individuo e dell’ambiente in cui vive. In questo grande lavoro di formazione e sensibilizzazione trova dimora un crescente impegno nel campo alimentare, sostenendo le eccellenze, le tradizioni, le tipicità ma anche l’innovazione laddove condotta con il medesimo spirito di sicurezza e sostenibilià che per noi sono imprescindibili” ha dichiarato Andrea Nesi responsabile nazionale ambiente di Aics.
“Il Sun Black è coltivato in esclusiva dall’azienda agricola “L’Orto fruttifero”, con sede in Pisa, la cui attività principale riguarda la produzione e distribuzione di piantine d’orto da coltivazione biologica e tradizionale. Con essi Aics ha stilato un protocollo di collaborazione che partirà subito con l’adesione di 40 circoli associati i quali inizieranno una piccola coltivazione in forma simbolica di Sun Black (anche se dai primi riscontri pensiamo che la cosa potrà allargarsi molto velocemente). Staremo a vedere, ma una cosa è certa, entro breve comunicheremo la data del primo Sun Black Day che sarà comunque nel corso dell’estate 2015? continua Nesi.
“Non escludiamo la possibilità di fondare un’associazione per la promozione del Sun Black affinché divenga un simbolo dell’anti Ogm e di una via diversa e più sostenibile in cui indirizzare la ricerca” conclude Nesi.
fonte: http://www.tusciaweb.eu